3 errori che bisogna evitare quando si utilizzano i chatbot aziendali
ESET lancia un monito: i dati immessi negli strumenti di IA generativa “smettono di essere nostri nell’istante che premiamo il pulsante invio”.
“Gli strumenti di IA possono aiutarci a sviluppare idee, riassumere o riformulare porzioni di testo o anche creare una base per una strategia aziendale o trovare un errore in un codice. Tuttavia, quando utilizziamo l’IA dobbiamo ricordare che i dati che immettiamo in questi strumenti smettono di essere nostri nell’istante che premiamo il pulsante invio”.
A lanciare il monito è Josep Albors, direttore di ricerca e sensibilizzazione dell’opinione pubblica per ESET Spain, che ricorda che quando si interagisce con i chatbot per richiederne il supporto si finisce per condividere informazioni personali o aziendali e questi dati potrebbero poi finire per diventare pubblici.
Questo è un rischio che assume sempre più rilevanza ora che gli strumenti di IA consolidano la propria presenta in contesti lavorativi, come ChatGPT di OpenAI.
Questo strumento offre lo strumento di disattivare la cronologia di chat per evitare proprio che i dati immessi finiscano per servire come addestramento di modelli di IA. Ma anche in questo modo, i dati verranno archiviati in server esterni ed esiste per questo la minaccia di un accesso non autorizzato da parte di criminali informatici o di errori tecnici.
La soluzione è imparare a relazionarsi in mood sicuro con queste nuove soluzioni. ESET individua tre errori e spiega come evitarli per introdurre l’IA nella propria impresa senza che questa diventi un problema.
Uno di questi è “utilizzare i dati di clienti”, ovvero “condividere inavvertitamente informazioni sensibili sui clienti” della società. La cosa migliore sarebbe anonimizzare le richieste prima di rivolgerle al chatbot, evitando nomi, indirizzi, numeri di conti e altri dettagli sensibili.
Allo stesso modo, è poi consigliabile “caricare i documenti riservati sui chatbot”, anche se questo farebbe risparmiare tempo alle persone che si trovano a dover riassumere grandi volumi di dati e creare bozze di interi rapporti. Questa pratica dovrebbe essere evitata per strategie di sviluppo e anche per la presa di note durante meeting visto che potrebbe diffondere il know-how aziendale al di fuori. Come misura di contenimento, bisogna prima rivedere manualmente i documenti.
“Esporre i dati dell’azienda” è un altro errore. Di nuovo, la soluzione è l’anonimizzazione e, nel caso, provare messaggi standardizzati come organico.