3 semplici trucchi per ridurre le emissioni di CO2 della tua impresa
Uno studio di Nexthink rivela che i computer con tempo di avvio lento generano 450 tonnellate di CO2 ogni anno.
La lotta contro il cambiamento climatico è una sfida condivisa tra autorità pubbliche, imprese e cittadini.
Il settore tecnologico è responsabile di massicce emissioni di CO2 e i titolari dei datacenter già da tempo stanno rivedendo le proprie strategie aziendali per indirizzarle verso un maggiore utilizzo delle rinnovabili e verso un approccio più rispettoso dell’ambiente. Certo, in generale il lavoro da fare è ancora molto.
“Oggi, il dibattito sugli effetti della tecnologia a livello del cambiamento climatico ruota principalmente intorno ai datacenter, al cloud computing e ai giganti tecnologici come Google e Facebook e spesso ci si dimenticano i miliardi di dispositivi che governano i dipartimenti di informatica delle imprese” sottolinea Pedro Ligero, Country Manager di Nexthink Spain.
“La sostenibilità è diventata ora un asset strategico per qualsiasi impresa ed esiste un’infinità di piccole azioni che, se realizzate, possono migliorare la resa di un team, ma possono anche tradursi in risparmi milionari per le società. Questi vantaggi si sommano poi a quello di una ridotta impronta ecologica, visto che si troverebbero nella condizione di generare meno emissioni”, commenta Ligero.
Nexthink ha pubblicato i risultati del proprio rapporto “L’informatica aziendale e il consumo energetico in cifre”, dove si evidenzia che un buono stato dell’attrezzatura informatica aziendale ha un effetto positivo sull’inquinamento. Questo significa che è necessario correggere le cattive abitudini che gravitano intorno alla componente informatica e monitorare lo stato dei vari dispositivi.
Lo studio ha analizzato 3,5 milioni di dispositivi e ha rilevato che circa il 2%, dopo oltre tre anni di utilizzo, doveva essere sostituito. E basterebbe molto poco anche per non gravare eccessivamente sulla situazione dei rifiuti elettronici.
Ad esempio, gli esperti raccomandano di aggiornare le versioni più obsolete dei sistemi operativi e gestire il numero di applicazioni installate che si avviano al momento dell’accensione che ne possono rallentare il tempo di avvio. Di fatto, un terzo dei computer impiega circa 8,5 minuti dal momento dell’accensione a essere pienamente operativo. Questo tempo di attesa si traduce in 450 tonnellate di CO2 l’anno o in 191.677 litri di carburante.
I pc dei settori sanitario e finanziario sono quelli che riportano un tempo di avvio più lento, mentre all’estremo opposto troviamo le risorse informatiche del settore dei servizi.
Inoltre, il 98% dei computer che attualmente ricadono nella categoria di “lenti” potrebbero beneficiare enormemente da un aggiornamento della RAM e da alcune modifiche delle impostazioni di configurazione.
Un altro consiglio è poi quello di formare i dipendenti e insegnare loro alcune buone prassi, come disinstallare i programmi che generano maggiori emissioni. Si calcola che le app di gioco, quelle per la comunicazione personale e quelle di streaming siano responsabili di 33 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno.