Aumenta del 14% l’incidenza annua di casi di ransomware

L’incidenza anno su anno di attacchi con ransomware nel mondo aumenta del 14%.

Secondo un rapporto elaborato da Check Point, fornitore globale di soluzioni di sicurezza IT, l’evoluzione dei ransomware negli ultimi anni è crescita ad un ritmo sempre maggiore. Dalle poche centinaia di dollari che inizialmente erano necessarie a neutralizzare gli effetti di un’intrusione nei propri sistemi informatici, siamo poi passati alle migliaia di dollari fino alle decine di milioni di dollari che servono oggi.

Uno dei dati evidenziati dallo studio è proprio la crescita globale di attacchi con ransomware, con un valore che quest’anno si attesta sul 14%, e con alcuni attacchi che sono ancora “in corso”, come il caso di WannaCry, uno dei primi a livello globale di questo tipo che attinge a un background politico. Lanciato nel 2017, si riscontrano ancora casi tra i dispositivi che non sono ancora stati aggiornati come dovrebbero.

L’incidenza è aumentata sensibilmente in risposta all’adozione dello smartworking e di ambienti di lavoro ibridi o nel cloud, crescendo dunque il numero di dispositivi connessi alla rete ma che non sempre sono dotati dei sistemi di sicurezza migliori e più rigorosi.

L’evoluzione dei ransomware ha dato vita a nuovi schemi, come il Ransomware-as-a-Service e ransomware a doppia o addirittura tripla estorsione, per cui una volta che raggiunge il sistema, richiede il pagamento per non svelare le informazioni o per ridare l’accesso ai servizi, sia che si tratti di imprese sia che si tratti dei relativi clienti, soci o fornitori.

Inoltre, è bene ricordare che gli obiettivi non sono solo grandi imprese, governi o enti ufficiali, ma sempre più spesso chiunque può diventare vittima delle mire dei criminali informatici, tra cui anche liberi professionisti e PMI.