Chi c’è ancora su Facebook?
Facebook compie 20 anni e continua ad essere il social con più iscritti in molti paesi. Tuttavia, la sua attività è calata e il profilo dei suoi iscritti è cambiato molto.
Mark Zuckerberg è il re dei social network, visto che il suo gruppo Meta controlla due dei social più seguiti al mondo – Facebook e Instagram.
Tuttavia, i due social presentano tendenze e profili molto diversi. Il numero di iscritti a Instagram cresce con un buon ritmo, mentre Facebook ha rallentato considerevolmente. Per di più, la maggioranza degli iscritti a Facebook ora si colloca nella fascia di età 45-64 anni, mentre Instagram attrae un bacino molto più giovani ed è la piattaforma preferita dal pubblico femminile, con un 5% di utenti in più.
In questo 2024 Facebook spegne 20 candeline e iniziano a farsi vedere gli anni. Il calo dell’attività e l’invecchiamento del social sono ora più evidenti che mai. “Dieci anni fa, Facebook era un social ancora relativamente giovane, utilizzato da molti adolescenti. Ora questi adolescenti sono adulti e nel tempo la capacità del social di attirare i giovani dell’ultimo decennio è miseramente fallita, visto che Facebook è ormai spesso percepito come ‘da vecchi’ e ‘demodè’”, commenta Ferran Lalueza, professore di Studi di Scienze dell’Informatica e della Comunicazione dell’Università della Catalonia (UOC).
Così, secondo i dati dell’ultimo rapporto di “Pew Research: Teens, Social Media and Technology 2023”, la percentuale di adolescenti che utilizzava Facebook dieci anni fa era del 71% contro il 33% di adesso.
La spiegazione è semplice: i giovani hanno scelto social come TikTok, Instagram o Snapchat. “Queste nuove piattaforme suscitano maggiormente l’interesse dei giovani dove, per di più, trovano profili di propri simili” commenta Silvia Martinez, direttrice del corso di laurea in Social Media e ricercatrice per il gruppo di Ricerca, Apprendimento, Mezzi e Strumenti della UOC.
Allo stesso modo, Laleuza fa presente che “i giovani cercano uno spazio proprio, lontano dal controllo dei genitori, così condividere contenuti sulla stessa piattaforma di genitori o nonni risulta loro poco stimolante”.
In controtendenza è il numero di utenti della terza età che cresce sul social di Zuckerberg. “Facebook mostra risultati in cui si registra una crescita della fascia della terza età, a scapito degli utenti più giovani. I giovani non hanno abbandonato Facebook, ma nemmeno tendono ad iscriversi”, commenta Martinez.
Viene poi messo in risalto un altro fattore critico per comprendere il maggior interesse che hanno su Facebook i profili di utenti più grandi. “Questo social ha ritmi non così veloci come quello di altre piattaforme, dove predominano video brevi e messaggi effimeri. Così, gli utenti più grandi si trovano tra spazi di tempo più lunghi per poter connettersi con gli altri, il che li può far sentire maggiormente a proprio agio mentre devono familiarizzare con le dinamiche di funzionamento”.
Laleuza sottolinea che su Facebook, “a differenza di quanto succede su altri social come Instagram e TikTok, non è così difficile ricevere contenuti creati da qualcuno che non si segue, fatta eccezione per i contenuti pubblicitari”. In aggiunta, “configurare il livello di esposizione dei propri contenti risulta più facile e intuitivo”.
“Il rischio di accedere a contenuti tossici e di imbattersi in interazioni indesiderate può essere certamente minore, anche se questo non significa che questi contenuti non siano presenti su Facebook né che l’utente sia immune da troll e hater”, aggiunge poi. In questa stessa direzione, Martinez indica che “come spazio centralizzato in cui interagiscono milioni di utenti, il discorso d’odio non è certo assente”, ma ribadisce che “si tratta di odio a cui la rete prova a mettere un freno”.