Conferenze Europee di ISACA 2024: l’IA, la chiave per il futuro del lavoro, ma urge formazione e regolamentazione

L’ente ha incentrato le sue conferenze europee 2024 sull’integrazione dell’IA in ambito aziendale.

Eric Pruch, CEO di ISACA, ha dato il via alle conferenze europee ISACA 2024, tenutesi in questi giorni a Dublino (Irlanda). Durante il suo discorso di apertura, si è concentrato sulla crescita dell’ente: “Siamo lieti di annunciare tre nuovi capitoli: Pensacola negli Stati Uniti, Tbilisi in Europa e Ulaanbaatar in Asia”; l’importanza dell’intelligenza artificiale (IA) e il ruolo di ISACA nel supportare i professionisti della fiducia digitale.

Come parte della cerimonia di apertura, Pruch ha celebrato il 55° anniversario di ISACA e ha annunciato la creazione di tre nuovi capitoli a Pensacola (Stati Uniti), Tbilisi (Georgia) e Ulaanbaatar (Mongolia), sottolineando l’espansione globale dell’ente, ora presente in 188 paesi.

Il ruolo di ISACA

Il CEO di ISACA ha voluto sottolineare che non si tratta solo di un’organizzazione, ma di uno strumento che funge da “mappa affidabile” per i professionisti nelle loro carriere, e ha colto l’occasione per annunciare che l’organizzazione ha rilasciato oltre 200.000 certificazioni CISA, oltre a lanciare un nuovo esame per gli auditor IT adattato alle tecnologie emergenti.

Uno dei temi principali del suo discorso è stata l’intelligenza artificiale. Ha affermato: “L’85% dei nostri membri ISACA afferma di dover aumentare le proprie conoscenze e competenze in IA nei prossimi due anni per progredire o addirittura mantenere il proprio lavoro, ma solo il 15% delle imprese ha politiche di utilizzo accettabile dell’IA”. Con queste dichiarazioni, Pruch ha voluto sottolineare l’urgenza di formazione e regolamentazione. ISACA sta offrendo nuovi programmi di formazione sull’IA, sia in ambito di audit che di governance, per aiutare i suoi membri a rimanere aggiornati e preparati per le sfide future.

Sul framework D-TEF

Inoltre, Pruch ha elogiato l’utilità del framework di fiducia digitale (D-TEF) di recente lancio, che consente alle aziende di implementare strategie personalizzate di fiducia digitale adattate a normative come GDPR e CMMI. Infine, ha sottolineato l’impegno di ISACA per l’inclusione, annunciando programmi per supportare donne e gruppi sottorappresentati in campo tecnologico, nonché un aumento delle borse di studio per studenti, con l’obiettivo di diversificare il settore. “Il D-TEF è fondamentale per adottare e implementare una strategia di fiducia digitale nella tua azienda, ed è flessibile e personalizzabile per adattarsi a varie normative come CMMI, COVID, ITIL e GDPR”, ha annunciato Pruch.

Il discorso di Eric Pruch ha evidenziato la missione di ISACA di formare professionisti, promuovere l’uguaglianza nel settore tecnologico e prepararsi per il futuro digitale attraverso l’innovazione e la fiducia digitale. Pruch ha concluso il suo discorso concentrandosi sulle nuove normative relative al settore tecnologico: “La sfida di nuove normative, come l’AI Act dell’UE, aprirà nuove opportunità e strade nel nostro percorso verso un futuro digitale più sicuro ed efficiente.”

Perché non chiamarlo semplicemente R2D2?

La Keynote di apertura alle conferenze europee ISACA ha visto anche l’intervento di Elin Hauge, esperta di Intelligenza Artificiale e Strategista Aziendale. Durante la sua presentazione intitolata: “Trustworthy AI – an Oxymoron?”, Hauge si è concentrata sui miti, le realtà e le applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale nel mondo aziendale. “L’intelligenza artificiale è solo il prossimo passo naturale della trasformazione digitale e della capacità attuale che abbiamo di utilizzare il potere del calcolo.”

Come futurista ed esperta di IA, Hauge ha affrontato l’hype attorno all’IA generativa, avvertendo che molte esagerate aspettative cadranno, ma sottolineando che la tecnologia in sé è arrivata per restare. Ha spiegato come, nel corso della storia, gli umani abbiano avuto sempre la tendenza ad antropomorfizzare le tecnologie che non comprendevano completamente, come nel caso dell’IA, attribuendole caratteristiche umane che non possiede. Un buon esempio, come ha spiegato: “Molte aziende utilizzavano agenti di IA con nomi femminili. Perché non chiamarlo semplicemente R2D2 e smettere di pensare che abbia capacità umane?”

IA generale vs IA specializzata

Hauge ha sottolineato che l’IA è semplicemente la prossima fase della trasformazione digitale, frutto della capacità computazionale e degli avanzamenti nei modelli probabilistici. Tuttavia, ha criticato il fatto che molti leader aziendali si concentrano troppo su strumenti come ChatGPT, che sono solo una piccola parte del vasto insieme di tecnologie IA. “Spendiamo molte risorse in progetti di big data e, tuttavia, molti non hanno generato il valore atteso. I LLM, sono in realtà solo modelli di informazioni probabilistiche che le aziende sono già abituate a utilizzare. Gli agenti di IA sono eccellenti in compiti specifici che abbiamo loro insegnato, ma non dobbiamo confondere questo con l’intelligenza artificiale generale. Il successo dell’IA nelle aziende dipende dalla qualità dei dati che hanno. Se i dati non sono buoni, nemmeno i risultati lo saranno”, ha spiegato Hauge.

Inoltre, l’esperta di IA ha sostenuto che incentrare la strategia aziendale su questi strumenti è una distrazione e che, invece, le aziende dovrebbero concentrarsi sull’applicazione dell’IA ai propri processi specifici e a migliorare la qualità dei propri dati per ottenere risultati ottimali. “ChatGPT e altri strumenti simili sono utili a livello individuale, ma quando parliamo di processi aziendali a livello di strategia, sono irrilevanti. A livello aziendale, non dovresti mettere la tua strategia nelle mani di intelligenze artificiali generali. Devi costruire su di essa la struttura che realmente servirà al tuo scopo aziendale, ma non dovrebbero essere questi la strategia in sè. Hai bisogno di strumenti specifici che servano ai processi aziendali, non distrazioni. I leader che danno priorità alle discussioni sulle licenze di ChatGPT invece di concentrarsi sull’integrità e la governance dei dati stanno perdendo di vista l’obiettivo strategico”, ha sentenziato Hauge.

In definitiva, Elin Hauge, nel suo ruolo di collaboratrice di ISACA, ha promosso una visione pragmatica dell’IA come strumento potente per migliorare i processi e ottimizzare le risorse, ma che deve essere gestita con un approccio cauto e strategico, senza cadere in aspettative eccessive né in distrazioni tecnologiche inutili.