Finisce l’effetto della pandemia sul mercato dei tablet
Nel primo trimestre dell’anno, le vendite di questi dispositivi sono cadute di oltre il 19,1% fermandosi a 30,7%.
Il mercato dei tablet ritorna alla normalità pre-pandemica. Le vendite di questi dispositivi, nate per combinare la mobilità del cellulare con la potenza del pc e con grandezza dello schermo media, sono cadute del 19,1% nel primo trimestre dell’anno.
IDC stima che tra i mesi di gennaio-marzo, le unità vendute siano state 30,7 milioni. Il dato riporta ai livelli pre-pandemici, periodo in cui questi dispositivi hanno registrato un boom di domanda. Nel primo trimestre 2019, il valore delle vendite si attestava su 30,1 milioni e nel 2018 su 31,6 milioni.
Il calo è stato generalizzato tra tutti i principali produttori, anche perché eguagliare i dati del periodo covid sarebbe davvero difficile. Amazon, ad esempio, ha visto una diminuzione delle vendite pari al 62%. Nella top 5, troviamo Apple, Samsung, Huawei, Lenovo e Amazon, con Huawei come la società che ha retto meglio il cambio di tendenza con un calo a una cifra.
Le previsioni suggeriscono che le vendite si manterranno basse almeno fino all’estate, con i venditori che vogliono provare a liquidare lo stock prima di lanciare nuovi modelli.
“I venditori di tablet hanno iniziato il 2023 con timidezza”, osserva Anuroopa Nataraj, analyst senior per Mobility & Consumer Device Trackers per IDC. “Come si attendeva, sia i volumi commerciali sia i consumi sono stati bassi, soprattutto perché il contesto macroeconomico rimane incerto”.
“Quello che va sottolineato è l’impatto positivo che hanno avuto le restrizioni pandemiche sull’adozione di questa tecnologia e la conseguente opportunità di mercato che si è creata per molti produttori per creare e realizzare modelli che sapessero soddisfare adeguatamente le necessità in lock-down”, spiega Nataraj.
“Ad esempio, in quei momenti i tablet con schermo grande, ideali per la didattica a distanza e le situazioni di lavoro ibrido, sono cresciute sensibilmente rispetto ai livello pre-pandemici”, conclude l’esperta.