Impennata degli attacchi con ransomware: +253% rispetto al 2021
Uno degli effetti dell’invasione in Ucraina è il netto aumento dei reati informatici.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia da tempo si è mossa su diversi campi di battaglia e, tra questi, è presente anche il ciberspazio.
Le azioni di criminali informatici hanno registrato un’impennata nelle ultime settimane, superando le cifre del periodo pandemico. Secondo le analisi di Datos101, gli attacchi con ransomware sono aumentati del 253% rispetto al 2021.
Organizzazioni e società, soprattutto le PMI, si trovano in una situazione di vulnerabilità. Difatti, sono proprie le piccole e medie imprese i principali bersagli di phishing tramite cui i criminali informatici sperano di ricavare importanti informazioni.
“I numeri degli attacchi informatici sono aumentati sia per le imprese private sia per gli enti pubblici”, segnala Juan Llamazares, CEO di Datos101, “e stiamo rilevando un crescente volume di dati da recuperare dall’inizio della crisi ucraina, il che comporta uno sforzo aggiuntivo per le società, ora come non mai chiamate a tenere una soglia di attenzione sempre più alta”.
Lo stesso CEO ricorda l’importanza di appoggiarsi a soluzioni di backup nel cloud per minimizzare le perdite in questo periodo di forte ondata di attacchi informatici.
“Le copie di backup devono sempre essere automatizzate e custodite al di fuori della sede”, aggiunge poi. “Una copia di backup non presuppone un’azione manuale, né dati conservati su dispostivi USB né dati trasferiti mediante connessione diretta”.
“Strumenti come Dropbox o Google Drive sono ottimi per lavorare in team e per condividere con tutti lo stesso materiale, ma non rappresentano copie di backup inespugnabili da parte di ransomware, virus, DDoS…”, fa poi presente l’amministratore di Datos101, aggiungendo poi che “l’evoluzione del settore avanza verso una sicurezza informatica gestita sotto forma di Security Operation Center”.
Nonostante il crescente numero di minacce informatiche in circolazione, si stima che solo il 16% delle PMI produca copie di sicurezza.