L’80% delle persone che fa smarworking vorrebbe farlo più spesso

I lavori con stipendio più elevato sono anche quelli che danno maggiori possibilità di smartworking.

La spagnola ONTSI ha presentato uno studio dal nome “Flash: Radiografia del lavoro a distanza“, un rapporto che analizza l’evoluzione dello smarworking in Spagna con l’obiettivo di conoscere come questo fenomeno si applica nella società iberica e di esplorare le preferenze e le possibilità dei lavoratori.

Il 35% dei lavoratori ha la possibilità di ricorrere allo smartworking e di questi il 78,5% vorrebbe poterne usufruire quattro o più giorni alla settimana, anche se, com’è noto, il lavoro da remoto è soggetto a vari fattori come le attività e i compiti specifici del ruolo ricoperto.

Tenendo a mente il contesto in cui svolgono le due tipologie di lavoro, le cosiddette comunità autonome (simili alle regioni autonome in Italia) riportano cifre maggiori, pur con variazioni interne, di persone in smartwoking. Ceuta, Catalogna, Paesi Baschi e l’area di Madrid sono le zone dove questa modalità riscuote l’incidenza maggiore. Al dato pratico, la regione della Capitale è il posto dove si concentrano le aziende che più di altre permettono ai propri dipendenti di lavorare da remoto.

In termini di salario, i lavori che garantiscono stipendi più alti sono anche quelli che concedono maggiori opportunità di telelavoro. Quanto al dettaglio della popolazione, solo al 24% delle persone con diploma è permesso il ricorso allo smartworking, percentuale che tracolla al 6% per coloro con licenzia media.

Concentrandosi ora sulle preferenze, lo smartworking permette di conciliare in modo efficiente la vita lavorativa dei dipendenti con quella personale, il che rappresenta un fattore determinante al momento di scegliere un posto di lavoro o un altro.