La banca centrale indiana intende proibire le criptovalute
Il governo indiano annuncia al Parlamento l’intenzione della banca centrale di proibire le criptomonete all’interno del paese, considerandole uno schema piramidale.
Mentre alcuni paesi come El Salvador elevano il Bitcoin, la più famosa delle criptovalute, a moneta di corso corrente, altri come la Cina ne proibiscono qualsiasi operazione. E questa seconda posizione è quella che starebbe adottando anche l’India, o quantomeno questo è quanto annunciato dal governo centrale al parlamento lo scorso lunedì.
Nirmala Sitharaman, ministero dell’economia indiano, ha affermato che la banca centrale avrebbe manifestato la propria preoccupazione per “gli effetti destabilizzanti delle criptovalute rispetto alla stabilità monetaria e fiscale del paese”, attualmente il secondo mercato di internet più grande al mondo. La raccomandazione avanzata è quindi elaborare una normativa il più stringente possibile, anche se la posizione dell’istituzione a riguardo sarebbe proprio quella di vietarle.
In attesa del G20
Il Consiglio per la Stabilità Finanziaria, un organismo composto da membri del Tesoro e dalle banche centrali dai paesi del G20, tra cui quindi anche l’India, aveva già avanzato a luglio l’idea di voler introdurre una regolamentazione molto stringente da discutere durante l’evento che riunirà i 20 Grandi della Terra il prossimo ottobre 2022.
Le ragioni alla base sarebbero legate all’uso prevalentemente speculativo delle criptovalute e al mercato de-regolamentato in cui si muovono. Solo con la collaborazione internazionale efficace e dopo un attento bilanciamento di rischi e benefici sarà possibile giungere ad una disciplina di questi attivi finanziari.
Già ad inizio anno erano stati decisi forti imposte sul trading di criptomonete in India, il che ha rappresentato la prima mossa della banca centrale indiana per provare a controllare i movimenti speculativi in tale ambito, e lentamente ha poi applicato vincoli e limitazioni progressivamente più importanti alle piattaforme di gestione di operazioni con criptovalute.
Schema piramidale e assenza di caratteristiche essenziali valide per monete o materie prime
Già a febbraio, la posizione della banca centrale indiana, stando alle parole del vicepresidente dell’istituzione T. Rabi Sankar, puntava verso un giro di vite, quando in alcune dichiarazioni sul tema delle criptovalute, queste venivano paragonate a strutture piramidali basate sugli schemi di Ponzi. Inoltre, lo stesso vicepresidente aveva affermato che le criptovalute “erano state appositamente sviluppate per eludere il sistema finanziario regolamentato”.
La banca centrale indiana ha poi preso ad esempio la famosa crisi dei tulipani del XVII secolo. L’istituzione non considera infatti le criptovalute come monete, attivi o materie prime, mancando di valore intrinseco o di flussi di denaro alla base.