LinkedIn chiude gli uffici in Cina e licenzia 700 dipendenti
LinkedIn imputa la chiusura alla censura governativa e alla concorrenza di altre società locali.
LinkedIn, il celebre social network per scopi professionali, ha di recente annunciato la decisione di licenziare 700 dipendenti in Cina e di chiudere l’applicazione nel paese asiatico. La notizia ha generato grandi controversie e ha portato molti a domandarsi la ragione dietro questa drastica mossa.
Secondo la società, il motivo alla base dei licenziamenti e della chiusura sarebbe la mancanza di opportunità di crescita nel mercato cinese. La società ha affermato che, nonostante gli sforzi degli ultimi anni, non ha raggiunto il successo atteso.
LinkedIn aveva iniziato a operare in Cina nel 2014 ma aveva sempre trovato sul proprio percorso diverse difficoltà. Tra di queste, la censura governativa e la concorrenza di altre società locali che avevano reso la crescita della società piuttosto complessa.
Ciononostante, LinkedIn ha puntualizzato che la decisione non ha niente a che fare con la recente repressione del governo cinese ai danni delle imprese tecnologiche straniere. LinkedIn ha fatto sapere che, nonostante i licenziamenti, continuerà a operare in Cina e ad offrire i propri servizi agli utenti del paese con il suo sito web globale.
La decisione del social di lavoro ha generato reazioni contrapposte. Alcuni hanno criticato la società per aver abbandonato il mercato cinese e aver lasciato 700 persone senza lavoro. Altri hanno applaudito la decisione, sostenendo che ritirarsi da un mercato che non permette di crescere è la scelta giusta.
La chiusura dell’applicazione di LinkedIn in Cina è un altro esempio delle difficoltà che le società straniere stanno riscontrando sul mercato cinese. La censura governativa e la concorrenza delle aziende locali hanno reso ardua la crescita di molte realtà nel paese asiatico, anche se molte giudicano ancora la Cina come un mercato attrattivo per via della numerosa popolazione e della crescente economia.