L’interoperabilità richiesta dall’UE minaccia la sicurezza e la privacy di Apple

Le norme di interoperabilità che traccia la Legge sui Mercati Digitali potrebbero mettere a rischio la sicurezza e la privacy dei dispositivi Apple, commenta Check Point.

Da quasi due anni è entrata in vigore la Legge sui Mercati Digitali (DMA, dalla sigla in inglese), legge che vuole che le grandi imprese tecnologiche si aprano per permettere l’ingresso di concorrenti più piccoli.

Uno degli aspetti che vengono contemplati nella legge è l’obbligo di interoperabilità tra sistemi, ovvero, secondo come viene definita, “: la capacità di scambiare informazioni e di fare un uso reciproco delle informazioni scambiate tramite interfacce o altre soluzioni, in modo che tutti gli elementi dell’hardware o del software funzionino con altri hardware e software e con gli utenti in tutti i modi in cui sono destinati a funzionare”, cita l’articolo 2.29 del regolamento.

Questo presuppone un problema per società come Apple, che hanno ricevuto indicazione dalla Unione Europea di osservare gli obblighi di interoperabilità indicati nel regolamento.

“In virtù della DMA, Apple deve offrire interoperabilità gratuita ed effettiva a sviluppatori e società terze con funzioni di hardware e software controllate da sistemi operativi iOS e iPadOS”, indica la Commissione Europea in un Comunicato.

A priori sembra una buona notizia. Tuttavia, Check Point Software Technologies avverte che questo potrebbe mettere a rischio la sicurezza e la privacy degli utenti di dispositivi Apple.

“L’UE vuole che Apple permetta agli sviluppatori esterni di accedere in modo trasparente a funzioni di iOS, come notifiche e connessione di dispositivi come orologi e auricolari. Anche se l’obiettivo è stimolare l’innovazione e la concorrenza, la cosa pone sfide in tema di privacy degli utenti, visto che potrebbe aumentare il rischio di violazioni di sicurezza e la comparsa di app dannose nell’App Store”, commentano dalla società di sicurezza informatica.

Check Point sottolinea che l’ecosistema Apple “è progettato per mantenere uno stretto controllo su software e hardware, soprattutto per proteggere la privacy e la sicurezza dei suoi utenti”.

Pertanto, la società considera che perdere questo controllo “potrebbe compromettere i suoi alti standard di protezione dati e permettere che applicazioni e dispositivi raccolgano dati di localizzazione, informazioni sanitarie o sensibili”. “Senza il pieno controllo di Apple, sia la tutela della privacy sia la trasparenza sul tracciamento delle app o la criptazione dei dati potrebbe vedersi ridotta”, aggiunge.

La Commissione concluderà il procedimento avviato tra circa sei mesi. Trascorso questo lasso di tempo, comunicherà le proprie conclusioni preliminari ad Apple, in cui illustrerà le misure che la società dovrà osservare in termini di interoperabilità ai sensi della DMA.

Infine, verrà pubblicato un riassunto non confidenziale su queste conclusioni preliminari e sulle misure previste perché terzi possano presentare osservazioni.

Inoltre, l’organo europeo fa sapere che “questi procedimenti saranno portati avanti senza pregiudizio per le competenze della Commissione di adottare una decisione che sancisca l’inosservanza di qualsiasi degli obblighi fissati dalla DMA da parte della parte in causa, tra cui la possibilità di imporre multe o sanzioni pecuniarie periodiche”.