OVH punta su un ecosistema cloud aperto

Il principale provider cloud europeo, OVHcloud, è al lavoro per fornire ai propri clienti una sovranità, tanto operativo quanto tecnologica, in materia di dati.

OVHcloud ha dato oggi il via al suo convegno annuale dal nome EcoEX 21 (Ecosystem Experience) per far conoscere la sua strategia e per ribadire i propri valori che si fondano su sovranità, trasparenza e utilizzo etico e sostenibile della tecnologia.

Grazie a questo evento, l’azienda ha indetto nella giornata di ieri una conferenza stampa insieme ai due principali portavoce locali, John Gazal, Vicepresidente della OVHcloud per l’area Europa meridionale e Brasile, e Antonio Pizarro, Sales Director per l’area Europa meridionale, durante la quale hanno reso noto i punti focali dell’evento.

Dopo l’ingresso sul mercato azionario di qualche mese fa, il principale provider di servizi cloud d’Europa, unica alternativa agli hyperscaler americani e cinesi, ha affermato di non voler modificare i propri valori, anzi intende potenziare la sovranità dei dati, sia operativa che tecnologica, dei propri clienti al fine di ispirare fiducia nei confronti di quelle risorse ormai reputate vitali per qualsiasi tipo di organizzazione. In questo quadro, l’ecosistema che l’azienda intende garantire è la chiave per raggiungere questo obiettivo.

Allo stato attuale, OVHcloud ha ottenuto un contributo economico di 350 milioni di euro e il valore azionario raggiunge quasi quota 4 miliardi: questa operazione, difatti, è volta a suscitare maggiore fiducia da parte dei suoi clienti e partner. Inoltre, così facendo, potrà ulteriormente progredire lungo la roadmap che la porterà a sviluppare nuove soluzioni cloud suddivise secondo le quattro macro-aree in cui si trova ad operare: Bare Metal Cloud, Hosted Private Cloud, Public Cloud e Web Cloud.

Tutte queste tecnologie, assicura Michel Paulin, CEO della OVHcloud, si fondano su standard aperti per garantire reversibilità e trasparenza, ma soprattutto sovranità di dati: l’azienda permette la scelta sulla posizione delle informazioni, protegge da interferenze esterne e tutela la conformità con le normative locali. Oltre a ciò, OVHcloud si impegna a non sfruttare questi dati per l’ottimizzazione dei propri modelli di IA o per scopi commerciali – promessa questa tutt’altro che banale.

Michel Paulin, CEO della OVHcloud
Michel Paulin, CEO della OVHcloud

Paulin è passato poi ad elencare tutti i diversi programmi che intendono implementare – nonché espandere – all’interno del proprio ecosistema, dove convergono oltre 80 partner a livello mondiale. Si tratta di Open Trusted Cloud Program, che al momento può fare affidamento su oltre 50 membri e che intende assicurare la sovranità digitale e la tutela della privacy ai cittadini che utilizzano i servizi di hosting sulla rete OVHcloud.

Analogamente, il programma di Startup della società, che attualmente vanta nel proprio portfolio oltre 500 giovani aziende, vuole sostenere futuri progetti innovativi e rivoluzionari. Basti pensare che da quando è stato lanciato nel 2015 ad oggi ha supportato oltre 2.000 iniziative.

Alcune di queste sono presenti sul Marketplace che mette a disposizione OVHcloud per promuovere soluzioni SaaS e PaaS all’interno dell’ecosistema. Questo store rende disponibili già 230 prodotti sviluppati e promette di espandersi a livello internazionale molto presto.

In quanto parte integrante della sua strategia per gestire l’ecosistema, Paulin ha annunciato che metterà a disposizione di utenti e developer una piattaforma con soluzioni cloud aperte e gratuite in modo tale che possano adottarle ed arricchirle attraverso i rispettivi contributi.

Nel frattempo, parlando di sovranità tecnologica, OVHcloud garantirà il controllo della tecnologia ai propri clienti ed agevolerà l’interoperabilità e la reversibilità delle proprie soluzioni con quelle di altri provider. Questa strategia si inserisce all’interno di un quadro più ampio tracciato dalle raccomandazioni relative al progetto europeo Gaia-X, di cui OVHcloud è socio fondatore.

La sostenibilità: il DNA di OVHcloud

OVHcloud sa perfettamente che l’innovazione deve sempre andare in direzione della sostenibilità. Il concetto di sostenibilità associato al mondo dell’IT è un concetto piuttosto recente, ma l’azienda da tempo porta avanti un importante sforzo per ridurre la propria impronta ecologica. Ad esempio, utilizza e sviluppa la tecnologia di raffreddamento a liquido per i propri server già da quasi 18 anni. Octave Klaba, fondatore e presidente dell’OVHcloud, a tal proposito ha annunciato che è in fase di test un prototipo di raffreddamento per immersione in acqua. In questo modo, sarà possibile ridurre il calore emesso dai semiconduttori e, di conseguenza, anche il consumo energetico legato al loro raffreddamento.

Klaba si è impegnato a raggiungere la carbon neutrality nel 2025, per poi raggiungere emissioni zero nel 2030.

Le prossime novità tecnologiche

Strettamente legate al suo ecosistema, l’azienda ha annunciato diverse novità già disponibili all’interno delle quattro macro-aree descritte in precedenza e anche altre che arriveranno nel corso dei prossimi mesi. Vediamo di cosa si tratta:

  • Hosted Private Cloud è già disponibile con il software di Anthos e presto lo sarà anche con il software di Nutanix. Anche il database in-memory SAP HANA 2 sarà presto disponibile.
  • Bare Metal Cloud permette anche l’esecuzione della piattaforma ERP da SAP
  • All’interno dell’offerta del cloud pubblico, i servizi di database MongoDB (come servizio) e altri basati su codice aperto come MySQL, PostgreSQL, Kafka e Redis sono già disponibili. Analogamente, è stato aggiunto il motore di intelligenza artificiale AI Notebook come parte del portfolio PaaS di OVHcloud. In tal senso saranno presto disponibili altri servizi come NetApp Enterprise File Storage e MongoDB Enterprise.
  • Per l’ambito dell’archiviazione e backup, è stata introdotta la modalità beta della modalità di archiviazione di oggetti ad alte prestazioni attraverso OpenIO e i clienti della società potranno sperimentare presto le nuove funzionalità come il backup su nastro IBM e Atempo, così come anche nuovi metodi di sistemi di archiviazione di oggetti con OpenIO e Exte. Infine, occorre sottolineare il prossimo aggiornamento con backup basato su software Veeam.

Un ultimo fattore da tenere a mente: la società ha annunciato la possibilità di replica dei dati per i propri clienti fino a tre postazioni distinte per assicurare i massimi livelli di servizio e di disponibilità anche nell’eventualità di calamità, come nel caso dell’incendio di inizio anno divampato in uno dei suoi data center.