Apple si trova in pieno processo di diversificazione per l’assemblaggio dei propri prodotti, ricercando componenti prodotti negli Stati Uniti ed Europa.

Apple si trova in pieno processo di diversificazione per l’assemblaggio dei propri prodotti, ricercando componenti prodotti negli Stati Uniti ed Europa.
Proprio come IC Insights, si attendono mesi difficili per il mercato dei chip. La previsione sulle entrate complessive fa trasparire un calo del 3,6% anno su anno con il settore che dovrebbe chiudere sotto i 600 miliardi.
L’obiettivo della Legge Europea sui Semiconduttori è il raggiungimento della produzione europea di chip pari al 20% del totale mondiale.
L’interesse di Apple per diversificare geograficamente la propria produzione ha portato la società a trasferire parte di questa in India o Vietnam.
TSMC riuscirà a produrre chip da 2 nanometri nel 2024 e con tecnologia da 1 nanometro dal 2026.
Apple e Intel dovrebbero essere le prime società a ricevere i futuri chip a 3 nanometri della TSMC per i rispettivi dispositivi che arriveranno sul mercato prima del 2023.
I processori Ryzen 7000 montano il nuovo socket AM5 tipo LGA-1718 e le nuove schede madri dotate di chipset x670.
L’adeguamento della domanda di chip impone una contrazione nel mercato di pc e smartphone, con introiti che registrano cali tra il 15 e il 19% per Intel o Nvidia.
Alcuni processori della Intel potrebbero cambiare di prezzo con incrementi fino al +20%.
Parte dell’investimento in programma in casa Bosch entro il 2026 sarà destinata alla costruzione di un centro di sviluppo in Reutlingen e Dresda, in Germania.
I vari problemi che hanno dato origine alla carenza di approvvigionamento di semiconduttori sembrano ridursi e lo scenario per i prossimi anni appare più roseo.
Comprende anche un Neural Engine più veloce del 40% rispetto a M1, il che permette di raggiungere fino a 15,8 bilioni di operazioni al secondo.
Strategy Analytics si aspetta miglioramenti nel segmento chip per comunicazioni wireless a partire proprio da quest’anno.
Intel ha annunciato un investimento di proporzioni storiche per l’Europa: destinerà oltre 33 miliardi di euro per la sola prima fase del suo stabilimento di produzione di microchip.
Gli stabilimenti giapponesi di microchip non hanno subito danni a seguito del recente terremoto avvenuto in Giappone, per cui la produzione non sarà interrotta.
La Intel avrà bisogno di due anni per disporre di processori capaci di competere con i M1 Pro e M1 Max di Apple.