Il governo cinese ha in programma di investire circa 100 miliardi di dollari in quello che sembra essere il tentativo di assumere su di sé oltre la metà della produzione mondiale di chip.
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Il governo cinese ha in programma di investire circa 100 miliardi di dollari in quello che sembra essere il tentativo di assumere su di sé oltre la metà della produzione mondiale di chip.
Uno degli ostacoli per l’iniziativa promossa dall’attuale amministrazione inglese potrebbe essere la fine della legislatura in 18 mesi.
Global Foundries è il quarto principale produttore mondiale di circuiti integrati, solo dietro a TSMC, Intel e Samsung.
L’interesse di Apple per diversificare geograficamente la propria produzione ha portato la società a trasferire parte di questa in India o Vietnam.
TSMC riuscirà a produrre chip da 2 nanometri nel 2024 e con tecnologia da 1 nanometro dal 2026.
L’acquisizione di ARM da parte di Samsung potrebbe portare alla rottura della tradizionale neutralità mantenuta dalla società britannica di microchip.
Il piano per il rilancio del settore della produzione interna di microchip è supportato da piani di investimenti multimilionari di imprese come Micron o Global Foundries.
TSMC sarebbe disposta a interrompere la produzione in caso di un’invasione di Taiwan da parte della Cina.
Taiwan, primo produttore al mondo di semiconduttori e microchip, si vede minacciato dalle tensioni con la Cina che intende inglobarlo sotto il proprio dominio.
I vari problemi che hanno dato origine alla carenza di approvvigionamento di semiconduttori sembrano ridursi e lo scenario per i prossimi anni appare più roseo.
Shanghai si popola di nuovi data center e di nuovi impianti di produzione di microchip.
Nvidia apre all’idea di affidare a Intel la produzione di alcune parti dei propri futuri chip.