TSMC nel 2025 consumerà il 12% dell’intera energia di Taiwan
Il consumo energetico di TSMC, il maggior produttore di semiconduttori al mondo, in due anni potrebbe passare dal 6% al 12,5% del totale dell’energia consumata a Taiwan, con una popolazione di 23 milioni di abitanti
Forse è sbilanciato che una società responsabile per la maggior parte della produzione mondiale di semiconduttori (54%) si trovi in un paese di “solo” 23 milioni di abitanti, ma proprio il peso della sua produzione determina un aumento sempre maggiore della quota energetica che le serve rispetto al totale nazionale.
Naturalmente una richiesta energetica crescente è anche dimostrazione dell’incessante domanda di semiconduttori che sempre più settori richiedono, come è risultato evidente in questi ultimi due anni contrassegnati da interruzioni e mancanza di stock in varie occasioni in cui, dal gaming alle automobili, tutti avevano bisogno di più microchip.
In questo modo, se due anni fa il consumo energetico della TSMC era del 6% dell’energia complessiva consumata a Taiwan, per il 2025 ci si attende che questa quota arrivi al 12,5%. E il responsabile di questo crescente consumo è la tecnica a litografia ultravioletta utilizzata per “stampare” le complesse e miniaturizzate lastre dei wafer dei semiconduttori, un processo che richiedo un elevato consumo energetico che porta a moltiplicare per 10 il consumo in caso di macchine di più vecchie generazioni.
Il problema è che l’incremento della domanda pone una sfida che va ben oltre la possibilità di soddisfare la richiesta di tanta energia per i settori che non smettono di crescere, proprio come quello dei semiconduttori, microchip e componenti elettronici: la generazione di energia e il rispetto dell’ambiente.
Nel caso di Taiwan, solo un 6% dell’energia prodotta deriva da fonti rinnovabili, nonostante il piano governativo stabilito nel 2021 che copre un periodo di 3 anni, imponga il raggiungimento della soglia del 15%.