Twitter estende la propria “Safety Mode” ai troll

Fermare i troll? Twitter estende la propria funzione Safety Mode per dare agli utenti maggiore controllo su chi può rispondere ai propri tweet.

Twitter ha esteso la propria misura anti-troll chiamata Safety Mode all’interno dei paesi anglofoni nel tentativo di alleggerire l’atmosfera tossica che spesso si respirava sulla piattaforma.

Era il maggio 2020 quando Twitter aveva introdotto per la prima volta la Safety Mode in modalità beta. Essenzialmente, si tratta di un’impostazione che permette agli utenti di determinare chi può interagire con i propri tweet.

Twitter aveva deciso di introdurre questo strumento nel tentativo di fermare il fenomeno delle offese online e poiché “le risposte indesiderate rendono la possibilità di avere conversazioni significative più complessa”.

Ora il social ha confermato questa presa di posizione estendendo questa impostazione “ad alcuni di voi in alcuni nuovi mercati anglofoni in modo tale che potremo raccogliere feedback e spunti”.

Il nuovo strumento permetterà agli utenti di segnalare gli account che lasciano commenti e parole d’odio o che bombardano gli account con commenti indesiderati.

Secondo la BBC, gli utenti avranno quindi la facoltà di bloccarli per sette giorni.

Da quanto sembra, metà degli utenti di Twitter nel Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Irlanda avranno accesso alla Safety Mode.

Oltre a questo, un’altra funzione, complementare alla prima, chiamata Proactive Safety Mode sarà in grado di rilevare proattivamente potenziali risposte con contenuti d’odio.

Twitter nel maggio 2020 aveva già iniziato a testare l’opzione di inviare agli utenti una notifica per segnalare che un proprio tweet conteneva un “linguaggio dannoso”.

Gli utenti, quindi, potranno attivare queste funzioni dal menù impostazioni.

Atmosfera tossica

Questa mossa si trova in linea con altri tentativi realizzati da Twitter per intervenire sull’atmosfera tossica, sul clima di molestie e sui commenti negativi per cui il social è tristemente famoso.

Il co-fondatore ed ex CEO di Twitter, Jack Dorsey, nell’aprirle 2019, aveva detto di voler cambiare la piattaforma, così da staccarsi “da quel comportamento oltraggioso e inferocito” a favore di “un dialogo produttivo e sano”.

Una delle misure adottate per far sì che la piattaforma smettesse di essere utilizzata come strumento per distorcere la realtà politica, ad esempio, ha visto la presa di posizione di Twitter nel novembre 2019 di bannare qualsiasi forma di propaganda politica.